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Bastoncini d'Incenso Maroma da bruciare con 16 preziose fragranze diverse - Maroma - Incensini, Aromaterapia
  • Bastoncini d'Incenso Maroma da bruciare con 16 preziose fragranze diverse - Maroma - Incensini, Aromaterapia

Bastoncini D'Incenso di Qualità (conf. da 10 incensi) Maroma

3,50 €

Bastoncini d'Incenso Maroma

Atmosfere da non dimenticare...

Le 24 fragranze: Ambra, Arancio Fiore, Cannella, Caprifoglio, Fior di Loto, Gelsomino, Lavanda, Lavanda e Rosmarino, Incenso Puro, Legno di Cedro, Legno di Rosa, Lemongrass, Lotus, Mirra, Mughetto, Muschio, Muschio Bianco, Opium, Patchouly, Rosa, Sandalo, Sandalo e Vetiver, Tè Verde, Vaniglia, Vetiver.

Informazioni sulla Lavorazione: La produzione avviene con rispetto verso l’ambiente e sensibilità per lo sviluppo sociale. Si tratta di prodotti facenti parte del Fair Trade, commercio equo e solidale. I prodotti vengono realizzati utilizzando i migliori oli essenziali naturali selezionati nelle aree di produzione di tutto il mondo. Le fragranze sono conformi alle linee guida dell'IFRA, il più autorevole ente...

Profumazione Scelta

Bastoncini d'Incenso Maroma: atmosfere da non dimenticare...

Le 24 fragranze: Ambra, Arancio Fiore, Cannella, Caprifoglio, Fior di Loto, Gelsomino, Lavanda, Lavanda e Rosmarino, Incenso Puro, Legno di Cedro, Legno di Rosa, Lemongrass, Lotus, Mirra, Mughetto, Muschio, Muschio Bianco, Opium, Patchouly, Rosa, Sandalo, Sandalo e Vetiver, Tè Verde, Vaniglia, Vetiver.

Informazioni sulla Lavorazione: La produzione avviene con rispetto verso l’ambiente e sensibilità per lo sviluppo sociale. Si tratta di prodotti facenti parte del Fair Trade, commercio equo e solidale. I prodotti vengono realizzati utilizzando i migliori oli essenziali naturali selezionati nelle aree di produzione di tutto il mondo. Le fragranze sono conformi alle linee guida dell'IFRA (International Fragrance Association), il più autorevole ente di autoregolamentazione dell'industria profumiera. I prodotti recano quindi tutte le garanzie per i consumatori. Gli articoli in ceramica sono realizzati con colori che non contengono piombo. Maroma privilegia carta ecologica "Hand Made Paper", ottenuta dal riciclo di cascami di cotone, per il confezionamento dei propri prodotti. La stampa è serigrafia a mano.

La Storia dell'Incenso: Il profumo penetrante dell’incenso che sale verso il cielo richiama gli dei e li informa dell’umile invocazione dell’uomo. Niente più dell’incenso ricorda lo spirito dell’Oriente, il suo senso di mistero e di meraviglia. L’aroma inebriante e la lenta spira di fumo pervadono templi e cibori in tutto il continente e parlano di un luogo diverso, di un tempo diverso. Certo, l’usanza di bruciare incenso non appartiene solo all’Estremo Oriente; questa pratica così diffusa ha colpito tanto l’immaginazione dei primi viaggiatori che i templi buddhisti sono diventati famosi come "dimore dell’incenso" e i monaci come re profumati. Né l’uso è stato limitato alla pratica religiosa. I cinesi se ne servivano per leggere l’ora; le geishe giapponesi per calcolare il prezzo del piacere dei clienti; i tailandesi per curare il più banale raffreddore. A seconda della forma e della dimensione, che possono essere le più svariate, l’incenso brucia per pochi minuti o per giorni interi. A Hong Kong viene preparato di solito in grandi spirali coniche. In Malesia, Tailandia e Singapore, durante le festività cinesi, viene usato sotto forma di bastoni, grossi come tronchi d’albero; bastoncini sottili si trovano invece un po’ ovunque. A prescindere dalla forma, l’incenso è ancor oggi assai diffuso in Asia – anzi mai come ora – e il gesto di accendere un’essenza fragrante viene ogni giorno ripetuta anche al di fuori di cerimonie e rituali, simbolo di uno stile di vita. Bruciare legni aromatici o resine, gesto essenziale della devozione e della supplica religiosa, è stata una pratica comune a molte culture fin da tempi antichissimi. " La fragranza dell’incenso che si diffonde e il fumo sinuoso che spande per l’ aree infinito", scrive un commentatore, hanno stretto un legame simbolico con la preghiera, e fanno dell’offerta un tutt’uno con l’adorazione. Le origini dell’incenso si perdono nella notte dei tempi, anche se è probabile che esso non sia originario delle culture alle quali oggi viene attribuito. Secondo una delle ipotesi più accreditate, le prime a farne uso furono le antiche civiltà del Medio Oriente, che lo producevano estraendo resine dagli alberi della famiglia Boswellia, copiosi nell’Arabia del Sud e in Somalia. Sumeri e Babilonesi bruciavano queste sostanze credendole dotate del potere di placare le divinità e di purificare i templi. In Egitto, l’incenso è noto fin dai tempi della XVIII Dinastia. Il libro Egiziano dei Morti, il più antico testo scritto che si conosca sulle cerimonie magiche e religiose, dà notizia di come l’uso di bruciare sostanze profumate avesse un significato importante nei riti funebri. Con lo sviluppo del commercio, le popolazioni lo scoprirono e ne adottarono l’uso di bruciare sostanze profumate avesse un significato importante nei riti funebri. Con lo sviluppo del commercio, le popolazioni lo scoprirono e ne adottarono l’uso, e i regni arabi – Sheba, Hadramat, Quabatan – che lo producevano fecero fortuna esportandolo. Nel prologo dell’Edipo, Sofocle scrive: "La città era frastornata e ingombra di un carosello di suoni e di odori, di mormorii, di inni e di incenso". Si dice che a Roma, Nerone, per il funerale della moglie Poppea, avesse ordinato l’equivalente della produzione di un anno di incenso proveniente dall’Arabia. Se è vero che l’incenso era assai diffuso nel Vecchio Continente, fu in Oriente che si affermò veramente, caratterizzando tutte quelle culture. Alcune teorie vogliono che ne sia stato trasmesso l’uso dal Medio Oriente al resto dell’Asia, altre invece parlano di un percorso del tutto indipendente. L’unica cosa certa è che il rito di bruciare legno di sandalo è stato praticato fin dai tempi più remoti in India e perfino in Cina, come riferiscono antichi testi taoisti. Con il diffondersi del Buddhismo, queste sostanze dall’India penetrarono in tutta l’Asia sud- orientale. In un primo tempo le resine aromatiche più apprezzate nel Medio Oriente furono incenso e mirra, come dimostrano i doni dei Magi al Bambino Gesù, ma se ne fece uso anche nell’Estremo Oriente, provenienti per lo più dall’Arabia. A poco a poco gli addetti alla preparazione degli incensi incominciarono a impiegare molti altri ingredienti, tra cui il sandalo, l’ambra grigia, il gelsomino, il muschio e il patchouli.

Letteratura sull'Incenso: Interi volumi sono stati dedicati alle composizioni delle varie misture, per spiegarne la popolarità e il significato rituale. Uno studioso giapponese, infatti, ha riordinato e dato nome a non meno di 130 varietà di incensi composti. Spesso queste preparazioni erano segrete e venivano custodite gelosamente: le famiglie che le producevano si guadagnavano l’ammirazione della comunità con formule che ideavano appositamente e che venivano descritte solo in termini molto vaghi: "Miscela di legni profumati e gelsomino tailandese": così una compagnia di Bangkok definisce il particolare tipo di incenso di sua produzione. La qualità dell’incenso dipende – e per questo varia molto - dalla qualità degli ingredienti usati. Componente base della pasta d’incenso è la polvere di legno, alla quale si aggiungono quasi sempre resine , trucioli di legno di sandalo , olii di piante ed erbe aromatiche. Per ottenere i prodotti più esclusivi, e anche più costosi, si fa uso di molti altri additivi, estratti dalla vasta gamma delle fragranze naturali. Oggi è l’India a produrre gli incensi più raffinati e le sue fragranze finemente miscelate vengono esportate in molte parti del mondo. La Cina invece ha fama di essere la più grande produttrice con milioni di bastoncini e serpentine di tutte le dimensioni. Ma in nessun modo questi due Paesi ne detengono il monopolio: la confezione di incensi infatti è assai diffusa in tutta l’Asia sud- orientale, dove una piccola fabbrica, aperta da tempi, continua a prosperare non sfiorata dalle tendenze dell’economia o dai progressi tecnologici. La maggiore parte delle industrie di questo settore sono piccole imprese a conduzione familiare, che , seguendo la tradizione cinese, colorano gli incensi e vi aggiungono una particolare resina fissante che, seccando, indurisce. Si prende un fascio di bambù tagliato in sottili listarelle, le cui estremità vengono passate nella pasta, e poi lasciate asciugare al sole. I mazzi strombati assomigliano ad anemoni marini. Per preparare le spirali, occorre invece comprimere la pasta attraverso dei fori, su un vassoio metallico, ottenendo così dei filamenti simili a tagliatelle. Bastoncini d’incenso e spirali possono essere di dimensioni piccole o grandi. I più comuni bastoncini sono lunghi una ventina di centimetri, e bruciano per quasi un’ora. Esistono però anche incensi grandi come razzi, di color rosso vivo, che rimangono accesi per tutta la durata del Capodanno Cinese – circa 3 giorni – o di altre feste altrettanto lunghe. Sono decorati vivacemente con carta colorata, con dragoni dipinti e con altri motivi ornamentali che danno alla ricorrenza la tipica atmosfera variopinta. Poiché la diffusione del buddhismo ha radicato questo uso nelle culture asiatiche, bruciare resine aromatiche è diventato un gesto tipicamente legato alla pratica religiosa buddhista, e non solo. Tuttavia la funzione specifica e l’uso dell’incenso possono variare molto, come pure gli scopi, sia spirituali sia materiali, per i quali viene acceso. Elemento essenziale di quasi tutte le offerte religiose in Oriente, da Singapore a Shanghai, da Bangkok a Bangalore, l’incenso è presente in tutti i templi buddhisti, dove le fragranze si levano dagli innumerevoli bastoncini accesi davanti alle imponenti statue del Buddha. La stessa immagine la incontriamo nei templi Indù e nei sacrari dedicati alle più svariate potenze. Ma se la presenza dell’incenso è costante, la ritualità che ne circonda l’uso è complessa e varia. Anche se accompagna le offerte, l’incenso non è sempre e necessariamente un dono agli dei: in alcune culture è considerato fine a se stesso.

L'Incenso nella Tradizione Orientale: Tuttavia la credenza cinese consolidata da tempo lo vuole una via di comunicazione, una sorta di telefono, tra l’uomo e le potenze divine. Accendere l’incenso è il gesto che avvia la conversazione; quando il bastoncino è consumato, il contatto con l’al di là si interrompe. Se poi accompagna le offerte di cibo, non fa parte del dono: il suo fumo serve da segnale agli dei per avvertirli che un pasto è stato preparato per loro. Questa comunicazione segue determinate regole. Così ad esempio, mentre il contatto con la maggior parte degli dei si instaura accendendo incensi dalla punta rossa, alle divinità vegetariane, invece, è corretto rivolgersi con bastoncini gialli, e agli spiriti con bastoncini verdi. Anche il numero dei bastoncini ha una sua importanza. In Tailandia, ad esempio, per rendere omaggio al Buddha se ne accendono tre, ma quando si onorano gli avi se ne accende soltanto uno. Tali regole variano da cultura a cultura, a secondo che il rituale sia religioso, propiziatorio, celebrativo o festivo. Molte sono anche le differenze di far bruciare l’incenso. I bastoncini possono venire semplicemente conficcati in ciotole piene di sabbia, oppure lasciati ardere in eleganti incensieri, a forma di colline o montagne, come si usavano anticamente in Cina, dai quali si spandeva un fumo denso e fragrante. Altrettanto interessanti, benchè oggi quasi del tutto dimenticati, sono gli impieghi non liturgici che ne sono stati fatti nel corso dei secoli. Tra le più sorprendenti invenzioni della Cina c’era l’orologio a incenso in uso sin dalla dinastia Tang (618-907 d.C.). I primi orologi profumati avevano la forma di sigilli circolari in legno, di circa 30 centimetri di diametro e 2 centimetri e mezzo di spessore. Il sigillo era diviso in 12 segmenti collegati tra loro, ciascuno dei quali rappresentava uno shih, l’ora cinese equivalente a due ore occidentali. Tra un segmento e l’altro, una sorte di percorso labirintico segnava la suddivisione degli shih in ko, ciascuno dei quali era l’equivalenti di 30 minuti occidentali. La polvere di legno veniva pigiata lungo queste linee affinché, una volta sollevato il sigillo, il disegno rimanesse, e per l’intera lunghezza del suo percorso veniva inciso un solco, in cui si versava una mistura d’incenso, miscelata in modo da ottenere una velocità omogenea di combustione. Una volta acceso, l’incenso bruciava per un tempo prevedibile della durata di 12 shih, ovvero 24 ore. E’ probabile che anche il primo orologio a sveglia utilizzasse incenso. Una gesuita del XVII secolo racconta che all’incenso veniva legato un piccolo peso nel punto corrispondente all’ora desiderata. Quando il fuoco raggiungeva il segno, il peso cadeva, tintinnando in una sottostante ciotolina di rame, svegliando il dormiente. Una variante di questa idea era rappresentata da un bastoncino che nell’ultima parte bruciava emanando una fragranza più pungente: l’aroma diverso e più forte – cosi si diceva – svegliava chiunque si fosse appisolato. L’avvenuto degli orologi meccanici nel XVI secolo segnò il tramonto degli orologi a incenso. Ma in Giappone, solo nel 1924 scomparvero definitivamente dalle case delle geishe, dove fino a quel momento erano stati utilizzati per calcolare il tempo dedicato al cliente.

Vari Usi dell'Incenso: L’incenso veniva impiegato anticamente anche per usi ordinari: per scacciare zanzare e altri insetti fastidiosi, eliminare la congestione nasale miscelandolo con erba medica, o semplicemente profumare piacevolmente le dimore dei ricchi. Questa popolarità ha alimentato un intenso commercio di profumi e una fiorente industria di incensi di tutte le possibili varietà, attraverso le varie epoche sino ad oggi. In tutta l’Asia l’incenso continua a diffondere la sua fragranza verso il cielo, mantenendo vivo il legame vitale tra l’uomo e i suoi dei, e facendo da tessuto connettivo tra tutte le culture d’Oriente. E in occidente è oramai diventato di uso comune, sia per chi pratica discipline di ispirazione orientale sia e soprattutto in qualità di fragranza per ambiente.

L'Aromaterapia: Il termine "aroma" deriva dalla parola greca che significa spezia. Anche il termine "terapia" deriva dal greco ed è sinonimo di trattamento, cura. Da qui la parola "aromaterapia", che significa letteralmente trattamento curativo a base di fragranze.

Le origini dell'Aromaterapia: In passato, sono sempre stati attribuiti molti poteri alle piante aromatiche, che sono utilizzate nel campo della medicina, nella cosmesi, nei rituali magici o religiosi per il corpo e la psiche. Nei tempi più antichi, bastoncini profumati venivano bruciati per comunicare con gli dei o per esorcizzare i demoni: ancora oggi gli incensi vengono usati nelle cerimonie religiose. I massaggi con oli aromatici venivano usati per ammorbidire e profumare la pelle e per facilitare la cicatrizzazione. Gli antichi Egizi apprezzavano le fragranze e uomini e donne delle classi più agiate usavano quotidianamente gli oli essenziali per ammorbidire la pelle e proteggerla dal clima particolarmente secco. Si dice che Cleopatra abbia sedotto Marcantonio grazie ai profumi, cospargendo il pavimento con uno strato di petali di rose alto 46 centimetri. Gli antichi Greci impararono dagli Egizi, considerati maestri nell’arte dei profumi. Credendo che gli aromi aiutassero a tollerare maggiori quantità di alcool, i ricchi Ateniesi mettevano sui tavoli, durante i banchetti, ceste di fiori profumati e vasi di unguenti. Gli oli profumati servivano anche per i massaggi e si pensava che possedessero proprietà medicinali: il poeta Anacreonte affermava che " la migliore ricetta per la salute è applicare profumi dolci alla mente". I Romani svilupparono l’uso del bagno pubblico, credendo nelle sue proprietà salutari, e il bagno era seguito da massaggi con profumi. I barbieri ammorbidivano i visi con asciugamani caldi e oli profumati, mentre le donne benestanti rinfrescavano i loro corpi con l’acqua di rose. La conoscenza delle proprietà curative delle piante si diffuse grazie ai Romani e nel II secolo D.C., Galeno, medico di Marcaurelio, si occupò di molte branche della medicina e spiegò i benefici del massaggio. Inventò anche la "crema fredda", aggiungendo acqua ad un unguento che raffreddava la pelle man mano che l’acqua evaporava. Gli oli aromatici sono stati inoltre usati per millenni nell’erboristeria cinese. La letteratura erboristica elenca 365 piante usate in medicina. In tutta l’Asia, poi, i profumi sono sempre stati apprezzati per le loro proprietà medicinali e cosmetiche. Un alambicco ritrovato nella zona dell’Himalaya testimonia il fatto che la distillazione degli oli essenziali si praticava sin dal 3000 a.C. e nei bazar da Istanbul a Bombay, gli oli e i rimedi aromatici sono tuttora presenti in abbondanza. Nel nono secolo, Baghdad era il centro più importante per la produzione di acqua di rose, che veniva esportata in India. L’India ha in effetti una antica tradizione per quanto riguarda l’uso delle piante aromatiche legata al sistema olistico della medicina ayurvedica, che vede il benessere fisico e psichico come equilibrio tra individuo e ambiente e fa spesso uso di massaggi con miscele di oli e spezie. Nel XII secolo, le vie commerciali europee, anche per effetto delle Crociate, si svilupparono in Medio Oriente, portando così la nostra cultura a contatto con il mondo delle spezie delle erbe e dei profumi esotici. Fiorì allora nei monasteri la coltivazione delle erbe e la successiva preparazione, da parte dei monaci e suore, di rimedi che guadagnarono presto popolarità. Dal Medio Evo in poi, la classificazione delle piante e delle loro proprietà terapeutiche fu riconosciuta e osservata, come nel caso degli scritti degli erboristi N. Culpeper, W. Turner, e J. Gerard. Nel XVIII secolo, aceti aromatici e acque profumate divennero popolari, in particolare l’Eau de Cologne, la preferita di Napoleone e considerata un elisir di vita. Ma ancora prima, quattro violatori di tombe di Marsiglia avevano guadagnato notorietà con un rimedio all’aceto che, loro ritenevano, li proteggesse, dalle epidemie (dubbio: o dal castigo divino). Nei primi anni del XX secolo, Renè Gattefosse, un chimico francese che lavorava nell’azienda familiare di profumi, fu affascinato dalle proprietà degli oli essenziali quando, dopo essersi ustionato le mani, le cosparse di essenza di lavanda, che arrestò la "gassificazione dei tessuti". Studiò le proprietà antisettiche, antivirali e antinfiammatorie degli oli e nel 1937 introdusse il termine "aromaterapia". Durante la I e la II Guerra Mondiale, oli essenziali furono usati per curare le ferite; nel 1960 il Dr. J. Valnet, uno dei pionieri della materia, pubblicò i risultati dei suoi studi. La biochimica austriaca M. Maury studiò il lavoro di Valnet e diffuse l’aromaterapia in Gran Bratagna. Continuò gli studi sugli aspetti sia salutari che estetici degli oli essenziali, introdusse il concetto della prescrizione individuale e ripropose e rafforzò l’antico legame tra oli e massaggi. Secondo Avicenna, fisico e filosofo del X secolo, salute e bellezza sono inestricabilmente collegate e pochi massaggi fatti ogni giorno usando preparati aroma-terapeutici rendono piacevole la cura della pelle. Per ottenere i risultati desiderati, è necessario tenere in considerazione che i differenti tipi di pelle richiedono trattamenti diversi con oli diversi. La pelle secca ha spesso una struttura molto delicata, che favorisce lo sviluppo di problemi di capillari e la formazione di piccoli solchi che, se trascurati, si trasformano in vere e proprie rughe. Per prevenire la disidratazione e l’invecchiamento prematuri, è allora utili applicare costantemente creme emollienti con oli di jojoba, avocado e mandorla dolce. Le pelli secche rispondono molto bene agli oli essenziali che favoriscono il rinnovo dell’epidermide, come il benzoino, l’incenso naturale, il gelsomino, la lavanda, la rosa e il sandalo. Le pelli grasse tendono invece a sporcarsi con la formazione di punti neri e macchie. Si usano in questi casi creme e oli a base di olio di girasole, semi d’uva e soia, preparate con oli di geranio, bergamotto, lavanda, rosmarino o cipresso, importanti per le loro proprietà antisettiche. Le pelli sensibili possono essere trattate semplicemente con olio di mandorle dolci oppure olio di jojoba e con creme a base di oli emollienti come l’olio di camomilla. L’acne si cura con tea tree oil (olio malaleuca) diluito. Dopo aver trovato l’olio giusto per voi, arriva il momento dell’importante, ma spesso sottovalutata, tecnica di massaggio: un tocco gentile è tutto ciò che serve per apportare nutrimento alla pelle e stimolare la circolazione del sangue, favorendo così il rinnovo delle cellule e l’eliminazione di quelle morte. Questo trattamento vi farà sentire apparire molto piu’ giovani. L’uso degli oli essenziali e di specifiche tecniche di massaggio vi aiuterà a tonificare la pelle. I massaggi aromaterapeutici quotidiani aiutano a levigare e rassodare e donano una piacevole sensazione di leggerezza. Movimenti larghi e decisi stimolano la circolazione, mentre quelli leggeri e piccoli agiscono sul sistema linfatico favorendo l’eliminazione degli scarti. Ma i benefici dell’aromaterapia non si fermano alla cura della pelle: se pensiamo che l’olfatto ha una diretta connessione con i centri emozionali della mente, e gli studi in materia comprovano in modo sempre più evidente gli effetti benefici sia da un punto di vista fisiologico che psicologico, entriamo in un altro vastissimo campo di applicazione dell’aromaterapia. Le ricerche cliniche dell’Università di Duke hanno dimostrato che alcuni profumi favoriscono il rilassamento, riducono lo stress e alleviano gli stati depressivi; altri incrementano le facoltà mnemoniche, aiutano a migliorare l’immagine di se stessi, incentivano l’attività sessuale o modificano il modo di dormire. Gli oli essenziali possono essere usati per combattere una vasta gamma di disturbi: in alcuni casi è sufficiente l’utilizzo del solo olio, in altri l’olio agisce in combinazione con il massaggio. L’inalazione di alcune gocce di olio di eucalipto, per esempio aiutano le congestioni; l’aggiunta di olio di lavanda a un rilassante bagno favorisce il sonno, mentre un massaggio con olio di rosmarino affievolisce i dolori. Gli oli possono inoltre essere usati per curare infezioni o come primo soccorso, per alleviare problemi di digestione, e spesso per alcuni specifici aspetti della salute delle donne. L’ampia gamma dei rimedi terapeutici è piuttosto sorprendente, e coloro che desiderano cominciare a comprendere il mondo degli oli essenziali, dovranno approfondire ancora molti dettagli. La storia ha dimostrato chiaramente una cosa; il massaggio è sempre piacevole ed ha un effetto terapeutico, ma quando è combinato a un olio l’effetto curativo è più profondo. L’aromaterapia è un’arte che apporta piacere e benefici e vale la pena spendere un po’ di tempo e fare uno sforzo per apprezzarne le potenzialità.

Modalità D'Impiego dei Bastoncini d'Incenso: Disporre il bastoncino profumato su un apposito bruciaincensi (se al momento non si dispone di un bruciaincensi, il bastoncino può essere conficcato su un vaso di fiori vuoto contenente solo terra pressata). Dare fuoco all’estremità non legnosa del bastoncino e spegnere con un soffio non appena compare la prima fiammella. L’incensino brucierà lentamente profumando l’ambiente. Fare in modo che la cenere cada all’interno del bruciaincensi (o del vaso nel caso in cui non disponiate di un bruciaincensi).

Contenuto Confezione: Confezione astucciata da 10 incensi.